Il tempo trascorso all’interno delle case famiglie è stato caratterizzato da un clima di gioco e di armonia. La mia figura da parte delle bambine/ragazze è stata accolta con sorpresa e stupore essendo vista come una figura esterna e occasionale. I primi incontri sono stati caratterizzati da interesse e voglia reciproca di conoscerci; mi hanno posto molte domande rispetto alla mia vita in Italia, sulla mia famiglia, sul mio lavoro e certamente, sin dal primo giorno, non è mancato il mehndi, tattoo tradizionale realizzato con l’hennè da una ragazza della casa famiglia che vorrebbe diventare una tattoo artist. Ho partecipato soprattutto ad attività pomeridiane approfittando dell’unico momento libero dalla routine quotidiana, dalle 16.30 alle 18.30. Per le ragazze più grandi, la routine inizia molto presto alle 5.30 del mattino con un momento di igiene personale e cura del proprio aspetto e a seguire, prima di andare a scuola, un momento di ripasso e studio nelle sedi scolastiche. Alle 7.00am fanno colazione e poi si recano a scuola; quest’ultima termina alle 4.30pm. Le bambine più piccole, invece, si alzano verso le 6.30am e anch’esse svolgono attività di doposcuola all’interno della casa, prima di recarsi normalmente a scuola. Tornano all’incirca alle 4pm e inizia il loro tempo libero di circa un’ora. Fanno merenda e poi inizia il doposcuola pomeridiano. Le attività extrascolastiche sono molte e, oltre al regolare doposcuola che viene svolto giornalmente dal lunedì al venerdì, si fornisce maggiore attenzione al supporto allo studio e all’approfondimento della matematica. Il giovedì partecipano ad un corso di disegno e tre giorni alla settimana fanno attività fisica e gli allenamenti di pallavolo con una coach specializzata. Il sabato mattina, dopo il doposcuola, partecipano al corso di musica e al gruppo di lettura. La domenica è dedicata al ballo, al canto e alla visione di film in gruppo.
Il mio lavoro è stato maggiormente dettato da un’osservazione partecipante durante attività routinarie come il doposcuola o nell’ora di gioco libera nel pomeriggio. La routine nelle case famiglia mi è sembrata scandita da ritmi serrati con attività educative e formative maggiormente legate all’ambito dell’istruzione. Ho potuto percepire molto rispetto e attinenza alle regole e alle attività da svolgere da parte delle ragazze/bambine. Anche quando trascorrevamo del tempo libero insieme, al richiamo della house keeper per compiti e mansioni quotidiane, esse rispondevano con positività e senza esitazioni. Compatibilmente con la barriera linguistica che ha reso la comunicazione difficoltosa, ho potuto interagire con le ragazze/bambine e porre loro qualche domanda rispetto al loro benessere; le risposte sono state positive; hanno manifestato serenità e un clima positivo nell’aver instaurato legami tra le altre ragazze/bambine della casa famiglia. Quasi la totalità delle ragazze/bambine interagisce in Malayalam e la lingua inglese viene parlata soltanto da qualche ragazza più grande con un utilizzo di termini semplici e necessari per la comprensione reciproca.
Sheeleksmi, la home manager, mi è sembrata una ragazza molto preparata e presente nelle case famiglia. Da parte sua ho notato attenzione, cura ed impegno nello svolgere il suo lavoro con cura e serietà. Ho avuto la possibilità di interagire con lei e di entrare nella regolamentazione indiana per la selezione, schedatura e presa in carico delle ragazze/bambine nelle case famiglia. Ho potuto visionare il modulo governativo da compilare nel momento dell’ingresso e a seguito di un colloquio con la famiglia d’origine. Dopo un’osservazione iniziale della durata di circa due settimane, la home manager, insieme alla ragazza/bambina, inizia a redigere il piano individualizzato, strumento fondamentale a livello educativo e per supervisionare progressi e la condotta di bambine/ragazze.
Durante la mia permanenza, ho potuto conoscere ed intervistare altresì gli operatori e operatrici sociali dell’associazione chiedendo loro di rispondere a delle domande preparate da me in loco. Fin da un primo momento, ho potuto constatare l’importanza e il rilievo del loro ruolo come figura ponte e di connessione tra l’associazione e il territorio.